La storia del whisky: dove nasce, come si produce, quali sono i migliori whisky del mondo
Il whisky ha origini lontane nel tempo: la sua storia si intreccia con vicende geopolitiche e culturali che attraversano tutto il globo e hanno contribuito a creare il mito e la fama di quello che è oggi il distillato più venduto e consumato al mondo.
Di cosa parliamo in questo articolo?
- Che cos’è il whisky?
- Quando nasce il whisky?
- Scozia o Irlanda: dove nasce il whisky?
- La storia del whisky dal ‘600 al ‘900
- Quali sono i migliori whisky del mondo?
1. Che cos’è il whisky?
Iniziamo dalle basi: cos’è il whisky? Si tratta di una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione e dalla successiva distillazione di uno o più cereali (orzo, mais, segale, frumento…) , che viene poi fatta maturare all’interno di botti di legno (generalmente di rovere) per almeno tre anni. Alcuni cereali, come l’orzo, vengono fatti germinare e trasformati in malto.
A seconda dei cereali e delle tecniche di preparazione e invecchiamento impiegati, si ottengono whisky dal sapore e dal profumo differenti, con una gradazione alcolica compresa tra i 40° e i 50°.
2. Quando nasce il whisky?
L’arte della distillazione ha origini antichissime e la sua evoluzione è stata tutto fuorché lineare e univoca. Per questo, ancora oggi è impossibile affermare con certezza quando e dove sia stato distillato il primo whisky della storia.
Nell’immaginario di molti, il whisky è un’invenzione inglese, più precisamente scozzese, eppure questa credenza, più che sulla realtà, si fonda sulla narrazione che innumerevoli libri, film e serie tv hanno dedicato all’affinamento della sua moderna tecnica produttiva (da C’era una volta in America ai recenti Lawless e Peaky Blinders).
La tecnica della distillazione del whisky, invece, affonda le radici molto più lontano, nel mondo islamico: fu un alchimista arabo, tra l’VIII e il IX secolo d.C., armato di un rudimentale alambicco, a concepire per primo il processo della moderna distillazione. Lui era intento a ricercare la quintessenza, il leggendario quinto elemento, quello che ottenne, invece, fu l’aqua vitae, un elisir a base alcolica, considerato una panacea per tutte le malattie.
Come testimoniato da scritture di monaci amanuensi, furono i missionari cristiani a introdurre in Europa questa scoperta, intorno all’anno 1000.
Risale invece al XV secolo il trattato De Arte confectionis acquae vitae di Michele Savonarola, grande medico, scienziato e umanista originario di Padova (nonno del famoso frate domenicano Girolamo Savonarola): si tratta della prima descrizione dei prodotti ottenuti dalla distillazione dell’acquavite per uso medico.
Lo stesso Manzoni ne “I Promessi Sposi” fa cenno alla somministrazione di distillati contro il flagello della peste del 1630, descrivendo lo stato di ubriachezza in cui versavano i pazienti sottoposti a questa “cura”.
La tecnica della distillazione venne adottata nei conventi e nei monasteri: alle attività erboristiche dei monaci si aggiunse la produzione di elisir ed essenze, ingredienti di numerosi liquori e varietà di alcol distillato.
Risale alla fine del 1400 la prima prova scritta di quello che sembra essere l’antenato del moderno whisky, fusione dell’antica pratica di distillazione con le pratiche agricole scozzesi.
L’orzo era ed è uno dei cereali più coltivati, fu quindi naturale iniziare a utilizzare la materia prima più diffusa per i primi esperimenti.
3. Scozia o Irlanda: dove nasce il whisky?
La leggenda fa risalire le prime distillazioni di whisky a San Patrizio, patrono d’Irlanda, e ai suoi monaci, ma non sono state rinvenute prove a supporto di questa teoria. Le prime testimonianze scritte ci portano invece in terra scozzese.
Come anticipato, il primo documento scritto in cui compaia la parola “whisky” risale al 1495: si tratta di una missiva con cui Giacomo IV Re di Scozia affida al frate benedettino John Cor la prima commessa produttiva di aqua vitae da orzo.
Proprio a questa missiva si richiama la Scozia per attribuirsi la paternità del nome whisky e della festa di San Patrizio.
Al di là di dove sia stato effettivamente distillato per la prima volta, il whisky di allora era ancora molto diverso da quello che beviamo oggi: rispetto alla moderna tecnica produttiva, mancavano ancora numerosi passaggi.
Il whisky di allora era un liquore a base di diverse erbe e spezie che, con il loro aroma, ne alleggerivano il gusto: con la prima distillazione, infatti, si ottiene un prodotto poco puro, dal gusto assai intenso.
Bisognerà attendere la fine del 1700 per ritrovare, in Scozia e in Irlanda, il whisky come lo conosciamo oggi.
4. La storia del whisky dal ‘600 al ‘900
Dalla ricostruzione fatta finora, emerge chiaramente che non esiste un’unica versione della genesi di questo eccezionale nettare: da sempre, Irlanda e Scozia se ne contendono la paternità e, dopo centinaia di anni, la diatriba è ancora aperta.
Nel 1608 in Irlanda del Nord viene concessa la prima licenza a una distilleria, la Bushmills Distillery, per la produzione di Whiskey.
L’apprezzamento per il whisky e la sua rapida diffusione, favorita dalle ottime condizioni territoriali e ambientali, crearono problemi di degrado sociale oltre che di gestione della materia prima (i cereali venivano assorbiti eccessivamente dalla produzione di whisky a discapito degli impieghi alimentari): questo portò all’imposizione da parte del Parlamento inglese di restrizioni e tasse, finalizzate a ridurre il consumo di whisky, oltre che a fare cassa da parte dei vari Stati.
Nel 1725 venne promulgata la Malt Tax (Tassa sul malto) che minacciò di porre termine alla produzione di whisky in Scozia e favorì la nascita di innumerevoli distillerie illegali, con relative attività di contrabbando di whisky.
Nello stesso periodo, il fallimento della rivolta giacobita (1745) e le favorevoli condizioni delle nuove colonie convinsero i crofter (contadini affittuari di un podere) scozzesi e irlandesi a tentare la sorte nel Nuovo Mondo.
Nelle Americhe la pratica della distillazione venne trapiantata con successo, ma fu proprio a seguito della rivolta giacobita che la richiesta di whisky ebbe un’impennata.
I coloni trovarono condizioni produttive differenti, principalmente a causa della disponibilità della materia prima, legata alla conformazione del continente. I nativi americani producevano soprattutto mais, segale e frumento: questo aspetto favorì la nascita del Grain Whiskey, di fatto la seconda variante della produzione tradizionale, oltre che il bourbon ottenuto dal mais e distillati alcolici a base di segale.
Il considerevole aumento del consumo di whiskey e la continua crescita delle colonie favorirono i produttori del Vecchio Continente, soprattutto l’Irlanda, consegnandole di fatto il primato produttivo.
Ma tutto era destinato a cambiare ancora. La carestia di metà Ottocento, unita al Proibizionismo americano e alla complessità del processo produttivo, portò le distillerie irlandesi quasi all’estinzione, lasciando il primato al blend scozzese che si adattò meglio alla richiesta del mercato americano.
Nel 1823 l’Excise Act legalizzò la distillazione in Scozia.
Proprio nel XIX secolo, grazie all’intraprendenza di brillanti imprenditori, l’industria di whisky scozzese sbocciò e nacquero alcune tra le più importanti distillerie di scotch whisky, amate in tutto il mondo, da Chivas a Ballantine per citarne solo un paio.
Alla fine del 1800, la diffusione della filossera della vite (un insetto invasivo) sferrò un durissimo colpo alla viticoltura europea (che avrebbe avuto conseguenze per oltre 30 anni) e questo avvantaggiò la produzione di whisky.
Anche in Irlanda la produzione di whiskey fiorì tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, complice la Rivoluzione Industriale e le leggi favorevoli. In questi anni, nacquero distillerie come la Jameson & Son e il whiskey irlandese si affermò non solo in Gran Bretagna ma anche negli Stati Uniti.
Nel 1831, l’irlandese Aeneas Coffey realizzò il primo prototipo di alambicco a colonna*, che permetteva di produrre alcol di cereali a ciclo continuo, abbattendo i costi.
Questa innovazione venne presto adottata dagli scozzesi, dando un nuovo impulso all’industria dello scotch whisky, che nella seconda metà dell’Ottocento sfornò i primi blended whisky, ottenuti dal blend, ovvero dalla miscela, di whisky di grano e single malt.
Gli Irlandesi non volevano riconoscere questo distillato come whisky, ma il Parlamento Inglese diede ragione agli scozzesi e gli permise di commercializzare come whisky il loro Grain Whisky (whisky di grano) e i Blended Scotch Whisky.
Gli Irlandesi si consolarono con l’enorme successo del loro Irish Whiskey negli USA.
Dopo aver raggiunto il suo apice all’inizio del ‘900, nel corso del XX secolo la produzione di whisky, sia irlandese sia scozzese, ebbe una battuta d’arresto a causa di eventi di portata enorme: la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), la Guerra di Indipendenza Irlandese (1919-1921), il Proibizionismo Americano (1920 – 1933).
In questi anni, le esportazioni crollarono, molte distillerie furono costrette a chiudere i battenti, la produzione colò a picco. E doveva ancora scoppiare la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945).
Ci vollero molti anni prima che la produzione di whisky e le esportazioni del distillato si riprendessero.
In Irlanda questo avvenne tra gli anni ‘60 e ‘70, quando dalla fusione delle distillerie Cork Distilleries Company, John Jameson & Son e John Power & Son, nacque l’Irish Distillers Limited a cui si unì poi la Bushmills.
La Scozia ha avuto bisogno di più tempo per riprendersi, ma finalmente oggi lo Scotch Whisky vive tutto il successo che merita, in tutto il mondo.
5. Quali sono i migliori whisky del mondo?
Non è semplice rispondere a questa domanda, la risposta dipende da innumerevoli fattori: la filosofia di distillazione a cui vogliamo far riferimento, l’età di chi lo gusta, il grado di conoscenza della materia…
Sicuramente, possiamo citare le distillerie che godono di maggiore riconoscimento a livello internazionale.
Eccone un elenco, organizzato per tipologia.
- Scotch Whisky
Single Malt
Aberlour, Ardberg, Ardmore, Aultmore, Bunnahabhain, Bowmore, Caol Ila, Craigellachie, Dalmore, Glenfarclas, Glenfiddich, Linkwood, Legavulin, Highland Park, Tomatin, The Tormore, Talisker, Laphroaig, Springbank, The Maccallan, Oban, Glen Garioch, Inchgower.
Blended
Ballantines, Arthur Bell & Sons, Johnnie Walker, J&B, The Famous Grouse, Teacher’s Highland Cream, Vat 69.
- Irish Whiskey
Jameson, Cork Distilleries, Tullamore Dew, Old Bushmills Distillery.
- American Whiskey
Michter Distillery, Old Overholt, Mount Vernon, Wild Turkey, Eagle Rare, Koval.
- Bourbon
Heaven Hill Distillery, Marker’s Mark Distillery, James B. Beam Distilling, Medley Distilling, Jack Daniel Distillery.
Straight Kentucky Bourbon
Old Forester, Early Times, Rebel Yell, Yellowstone, Cabin Still.
- Whisky Asiatico
Nikka, Fujimi, Fuyu, Hakushu, Yamazaki, Tottori, Yoichi, John Distilleries, Amrut, Kavalan, Nantou, Yushan.
Questo è solo un elenco sulla base dei risultati ottenuti a livello internazionale, ma molti altri produttori possono rientrare in questo elenco.
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